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Il glaucoma è una malattia degenerativa che colpisce il nervo ottico, causando danni permanenti alla vista, con possibile cecità, se non curato. Le cellule del ganglio della retina del nervo ottico vengono distrutte progressivamente, per ragioni ancora poco chiare: la genetica, la dieta e l’ambiente giocano ruoli non ancora ben definiti nello sviluppo di questa malattia.

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Un diagramma che mostra la progressione del glaucoma

Elevata pressione intraoculare

La malattia è associata ad un aumento della pressione intraoculare (IOP), causata dall’aumento dell’umore acqueo, uno dei due fluidi principali presenti nell’occhio. Tuttavia, anche se un’elevata IOP rappresenta un importante fattore di rischio, molte persone che soffrono di neuropatie oculari correlate a glaucoma (danni nervosi) mostrano livelli di pressione intraoculare normale.

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Nel 1971, Hepler et al. in una lettera alla famosa rivista JAMA Ophthalmology, hanno dichiarato che il fumo della cannabis riduce la IOP del 25-30%; ciononostante, le opinioni della comunità medica rimangono contrastanti, dato che molti si chiedono se la cannabis sia effettivamente più efficace di altri trattamenti comunemente disponibili. Da allora, sono stati fatti diversi studi che hanno confermato queste scoperte, ma i risultati sono parsi spesso inconcludenti a causa dell’esiguo numero di casi indagati o di altri limiti.

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L’umore acqueo ed il reticolo trabecolare

Il glaucoma può manifestarsi in diverse forme. Il glaucoma congenito (malattia nella quale il paziente presenta i sintomi dalla nascita o dall’infanzia) si manifesta in un nascituro ogni 10.000, e porta alla cecità nel 10% dei casi. Le due tipologie di glaucoma che si manifestano nell’adulto – glaucoma ad angolo aperto (GAA) e glaucoma ad angolo chiuso (GAC) – colpiscono un adulto su 200 sotto i cinquant’anni, ed uno su dieci sopra gli ottant’anni.

L’”angolo” a cui ci si riferisce in questa nomenclatura riguarda l’area compresa tra la cornea e l’iride, attraverso la quale l’umore acqueo scorre verso il reticolo trabecolare, il tessuto spugnoso, poroso responsabile del drenaggio dell’umore nel circolo sanguigno. Quando il drenaggio dal reticolo trabecolare diminuisce a causa della degenerazione del tessuto trabecolare, si ha una IOP associata a GAA. Nel caso del GAC, si assiste, invece, ad uno spostamento in avanti dell’iride contro la cornea che blocca completamente il flusso di umore acqueo, causando un rapido e doloroso accumulo di liquido.

Glaucoma ad angolo aperto e Glaucoma ad angolo chiuso

L’OAG è una condizione cronica che richiede anni per svilupparsi, e che normalmente porta ad una severa perdita della vista, dato che la malattia progredisce senza dolore fino ad uno stadio avanzato prima che il paziente se ne accorga —non sono conosciuti attacchi acuti. Questa forma di glaucoma è largamente la più prevalente, contando il 74% dei casi nel mondo e oltre il 90% negli USA.

Livelli elevati di GAC sono associati al sesso femminile, alle popolazioni asiatiche e africane

Il GAC è più comunemente una condizione acuta che progredisce rapidamente, ma causa sintomi severi che i pazienti, solitamente, avvertono immediatamente richiedendo intervento medico di emergenza, con conseguente minore danno generale rispetto a quelli causati dal GAA. Il GAC colpisce prevalentemente le donne, le popolazioni dell’Asia Orientale e gli individui di origine africana: l’87% di tutti i casi di GAC si manifesta nelle popolazioni asiatiche. Si ritiene che questa discrepanza sia dovuta al fatto che queste popolazioni presentano una camera anteriore (la cavità interna all’occhio che contiene l’umore acqueo) più bassa.

Controversia sulla cannabis come agente per il trattamento del glaucoma

Anche se sono stati effettuati diversi studi dopo Hepler et al. (1971), non è stato ancora possibile raggiungere un consenso generale a causa della necessità di ulteriori indagini approfondite sulla complessa biochimica coinvolta. I risultati degli studi effettuati sono un po’ inconsistenti e molte delle informazioni di dubbia validità hanno raggiunto i pazienti. Il dott. Keith Green, un rispettabile ricercatore presso il Medical College of Georgia, nel 1998 ha sostenuto che la gestione della IOP necessiterebbe del fumo di “almeno 3300 sigarette l’anno.”

Il dott. Green ha basato la sua stima sui risultati di studi passati, incluso quello di Hepler et al., che aveva dimostrato che la cannabis ha determinato una riduzione della IOP nella maggior parte dei pazienti affetti da glaucoma per sole tre ore. Green ha spiegato anche che, dato che il trattamento del glaucoma richiede una diminuzione costante della IOP e che l’effetto della cannabis tende ad esaurirsi, i pazienti necessitano di una ripetizione costante della somministrazione.

L’importanza del metodo di assunzione

Questa dichiarazione allarmante può avere portato molti pazienti affetti da glaucoma a pensare che la cannabis non sia adatta al trattamento della malattia, conclusione non necessariamente esatta. Vi sono vari problemi relativi alle stime fatte, alcune delle quali sono riportate nell’articolo – come il tasso variabile di cannabinoidi nella cannabis erbacea ed il metodo di ingestione. Per quanto riguarda quest’ultimo, sono state fatte molte più ricerche sugli effetti del fumo della cannabis, rispetto agli effetti dei singoli cannabinoidi, anche se il THC è stato studiato separatamente.

Mentre gli effetti negativi del fumo della cannabis sono controversi, è incontestabile che il controllo delle dosi è problematico e che la quantità di cannabinoidi assorbiti può variare largamente. Inoltre, possono esservi più effetti collaterali nel fumo della cannabis rispetto alla sua ingestione per applicazione sublinguale, alla vaporizzazione della cannabis e ad altri metodi alternativi. Inoltre, la quantità richiesta per ridurre sufficientemente la IOP, così come la durata dell’effetto, possono variare da paziente a paziente.

Ciononostante, come dichiarato dal dott. Green, con le sue stesse parole, “è incontestabile che il fumo del materiale vegetale della marijuana causa una diminuzione della pressione intraoculare (IOP) nel 60% – 65% degli utilizzatori”. A dispetto della necessità di portare avanti ulteriori studi su come questa riduzione avvenga, è un dato di fatto che la cannabis ha dimostrato essere potenzialmente molto utile per combattere il glaucoma – una lotta ben giustificata se si pensa che questa malattia colpisce oltre 60 milioni di adulti in tutto il mondo.

Un tipico caso di glaucoma acuto, che mostra vasodilatazione dei capillari ed un bulbo occulare di forma irregolare

Il rapporto fra cannabis e glaucoma richiede chiarimenti

A dispetto delle controversie in atto, sono stati intrapresi diversi studi sugli effetti del THC e altri cannabinoidi sulla IOP. Nel 1979, uno studio ha dimostrato che il THC causa diminuzioni più consistenti e durature della IOP nei pazienti affetti da glaucoma ipertensivo, rispetto ai pazienti con pressione normale. Secondo uno studio del 1981, invece, il THC applicato topicamente in concentrazioni diverse ha dimostrato riduzioni della IOP in modelli animali non replicabili nell’uomo. Uno studio del 1984 su conigli sottoposti a test con trentadue tipi diversi di cannabinoidi, ha portato alla conclusione che alcuni derivati di Δ9- e Δ8-THC sono molto più efficaci nel ridurre la IOP rispetto ad altri.

Uno studio del 2002 sugli effetti della somministrazione orale di capsule di THC accanto al fumo della cannabis, ha dimostrato una diminuzione generale della IOP con entrambi i metodi di assunzione, ma il numero esiguo di pazienti studiati (solo 9 persone) rende impossibile l’acquisizione di dati significativi. Uno studio del 2009 sul Δ9-THC ed il cannabigerolo nei gatti ha dimostrato che entrambi i cannabinoidi riducono sensibilmente la IOP, ma questi risultati non sono ancora stati replicati nell’uomo.

Esiste chiaramente un legame fra il sistema degli endocannabinoidi e lo sviluppo del glaucoma. Con l’aumento delle nostre conoscenze saremo certamente in grado di imparare di più su questa importante correlazione.

 

Fonte: SensiSeeds

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Di Redazione

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