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La comunità medica sta progressivamente accettando gli effetti terapeutici della marijuana, ma ha sempre qualche riserva sulla sua prescrizione ai propri pazienti.

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In questo gap s’inserisce una start up made in Tel-Aviv, Syqe Medical, con il suo inalatore di cannabis che permette ai dottori di prescriverne una dose precisa e controllarla da remoto.

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Dopo aver ricevuto il benestare del Ministro della Salute israeliano, è stato testato per un anno nella prima istituzione al mondo che ha prescritto la marijuana a fini terapeutici, l’ospedale Rambam di Haifa.

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I feedback positivi sono arrivati quasi subito e Eytan Hyam, Presidente di Syqe Medical, si è detto soddisfatto:

Costruito con la stampante 3D, l’inalatore entra nel mercato in due versioni: una per i pazienti e una per il personale medico. Il modello per gli ospedali è pensato anche per le cliniche del dolore, i centri oncologici, le terapie intensive, e include un’interfaccia che permette il controllo da remoto dei dosaggi.

L’apparecchio tascabile viene venduto con cartucce da 100 microgrammi di marijuana, controllori di flusso e temperatura, un’interfaccia per il controllo dei polmoni e la connettività wireless a un database clinico utile ai medici di base, ai ricercatori e alle istituzioni sanitarie. La cannabis contenuta nell’inalatore è strutturalmente modificata: la pianta, infatti, non subisce trattamenti chimici per garantire la migliore terapia, senza l’aggiunta di sostanze chimiche pericolose per la salute del paziente.

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L’eccelso lavoro è stato premiato e lo scorso mese Syqe Medical ha fatto il salto di qualità. Infatti, ha siglato un contratto esclusivo di distribuzione e marketing con Teva Pharmaceutical, la più grande casa farmaceutica del mondo. Inoltre, il Ministro della Salute ha dato la sua benedizione per l’uso diffuso dell’inalatore tra i pazienti nel 2017.

La start up si aspetta un raddoppiamento delle licenze entro il 2018: il suo prodotto è valido e promette numerosi benefici ai 26 mila fumatori di marijuana, che non dovranno ingerire sostanze cancerogene fumando la loro medicina. Ultimo, ma non per importanza, il vantaggio della discrezione: curarsi senza essere giudicati o guardati con pietà, fumare marijuana senza avere gli occhi dei più bigotti puntati addosso.

Chiariti i benefici per il malato, passiamo ai vantaggi per la comunità medica. In primo luogo, i ricercatori e gli scienziati avranno il pieno controllo e monitoraggio del dosaggio, aspetto fondamentale per le ricerche sugli effetti terapeutici della marijuana.

Infine, Elon Eisenberg, direttore del Dipartimento di Ricerca sul dolore al Rambam Medical Center, chiarisce

FONTE: SMARTWEEK

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