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La nostra amata pianta rischia di essere messa al centro di una polemica ambientale. La canapa può essere utilizzata per depurare i terreni contaminati da metalli pesanti ed altri agenti inquinanti, ma è sicuro, poi, bruciarne la biomassa negli impianti esistenti per la produzione di energia elettrica? Non sporchiamo il buon nome della Cannabis!

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A tal proposito, condividiamo l’appello dell’azienda agricola Biocannabis, pubblicato su Facebook in data 8 Settembre 2015, sollecitando tutte e tutti a fare altrettanto,dalle singole sensibilità alle realtà resistenziali diffuse localmente, impegnate nel difendere i territori e la qualità della vita di chi li abita dagli scempi di quelle opere che devastano per il profitto di pochi le vite e i luoghi di appartenenza di moltissime/i:

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Canapa inquinata per gli impianti a biomassa in due proposte legge e 12 nuovi inceneritori nel decreto del governo

Canapa inquinata per gli impianti a biomassa in due Proposte di Legge e 12 nuovi inceneritori nel Decreto del Governo “Slocca Italia”

Dodici nuovi inceneritori nel decreto “Sblocca Italia” (vedi link: http://goo.gl/QGXTLd ) e due proposte di legge, presentate alla Regione Lazio e alla Camera, per disinquinare con la canapa i terreni pesantemente contaminati e poi utilizzare quella biomassa come combustibile in impianti per la produzione di energia elettrica.

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Siamo allarmati da due pericolosi disegni di legge di modifica dell’attuale normativa sulla coltivazione della canapa in campo agricolo, per le 52 varietà non psicoattive ammesse ed incentivate dalla Comunità Europea e, oltre che da agricoltori che coltivano canapa, siamo allarmati come esseri umani che respirano l’aria delle nostre terre.

Noi amiamo la canapa, ma l’aria la respirano tutti gli esseri viventi e non vorremmo vedere trasformata in strumento di distruzione proprio quella pianta che, grazie alle sue innumerevoli e meravigliose proprietà, potrebbe contribuire a un altro modello di sviluppo eco-compatibile.

In data 27 e 28 luglio, abbiamo pubblicato – in qualità di canapicoltori che conoscono l’attuale normativa che regola il proprio lavoro – due articoli di approfondimento, analisi e critica, delle due PL messe in relazione all’attuale legge, esprimendoci anche su cosa invece necessiterebbe, secondo noi, il settore.

Vedi link:

Il giorno 08/08/2015, abbiamo pubblicato la lettera di chiarimento del responsabile politiche ambientali di SEL, ruolo che avevamo erroneamente ma non per un nostro errore, attribuito ad altra persona.

Vedi link:

Il giorno di ferragosto, infine, a causa della scomposta reazione di qualcuno, che da proprie dichiarazioni documentate, ha collaborato alla stesura delle due proposte di legge, siamo stati costretti (dopo ed oltre aver sporto denuncia alle Autorità competenti) alla pubblicazione di un ulteriore comunicato, per ripristinare la verità e salvaguardare la nostra dignità e pubblica immagine da accuse infanganti, essendo stati definiti “fascisti” ed essendo stato insinuato che non fossimo canapicoltori o agricoltori in genere.

Menzogne proferite da chi mente sapendo di mentire, con accuse consapevolmente inventate per screditarci, spaventati dalla competenza di chi la canapa la coltiva veramente da anni e finalizzate a spostare l’attenzione dai contenuti dei nostri articoli sulle due PL in oggetto.

Vedi link:

Dalla pubblicazione dei primi articoli di critica sul sito della nostra azienda agricola BioCannabis, colui che si definisce sul proprio sito “Responsabile politiche per l’ambiente di SEL” e che lavora nella segreteria del propositore e primo firmatario della Proposta di Legge Regionale, ha passato giorni ad insultarci, calunniarci, diffamarci e minacciarci a mezzo stampa. Lo ha fatto in maniera reiterata su diverse pagine Web, frequentate da decine di migliaia di persone, per molti giorni e fino al nostro comunicato di ferragosto.

Siamo stati addirittura minacciati, di subire la chiusura della nostra azienda agricola, sequestrare e bonificare la nostra area di attività, i campi dove coltiviamo e trasformiamo, annunciando l’intervento del “MIPAF, l’ARPA, l’ISPRA, il comune di competenza, la Guardia Forestale Dello Stato e la Polizia Provinciale”, solo perché abbiamo espresso la nostra (scomoda) opinione!

L’iter della PL regionale non è ancora concluso, così come la PL della Camera deve ancora passare al Senato e riteniamo che, se divenissero leggi, esse potrebbero essere entrambe funzionali al decreto del governo che prevede la costruzione dei nuovi 12 inceneritori, in aggiunta ai 42 già in funzione, più altri 6 già autorizzati, ma ancora in costruzione.

Per queste ragioni, ci siamo esposti come azienda agricola per contrastare due proposte di legge che, seppur formalmente “agricole”, riguardano la salute non solo di chi coltiva la terra, così come le aziende che denunciano il pizzo nel sud del paese si espongono a ritorsioni per contrastare le mafie che avvelenano la vita di tutto il paese, rivendicando una emancipazione da ricatti e oppressioni che inorgoglisce il comune sentire libertario di chi apprezza il non chinare la testa di fronte a qualsiasi potere.

Riteniamo che chiunque possa fare qualcosa partendo dal proprio specifico, dalle proprie esperienze, realtà oggettive, competenze, soggettività, bisogni e sogni.

“Pensare globalmente, agire localmente”.

Noi lo abbiamo fatto, alzandoci per chiamare alla mobilitazione e lanciando l’allarme, per consegnarlo ad un sentire comune più ampio: le due Proposte di Legge, alla Regione Lazio e alla Camera, non sono ancora leggi e si possono ancora bloccare e/o modificare, se si diffondesse la consapevolezza di cosa contemplano.

Bruciare vegetali contaminati da metalli pesanti ed altri agenti inquinanti in impianti a biomassa è anche in contrasto con le attuali normative in materia, se queste divenissero leggi, sarebbe un pericoloso precedente e, probabilmente, in un secondo momento, verrebbero modificate quelle norme che lo vietano.

Come avrebbe detto De André: “…una volta un giudice come me giudicò chi gli aveva dettato la legge: prima cambiarono il giudice e subito dopo la legge… “.

Grazie a quanto reso noto delle cronache giudiziarie e giornalistiche, siamo tutti consapevoli che in quegli impianti, purtroppo, alle volte, a causa delle interferenze delle ecomafie, già vengono bruciati materiali che assolutamente non si potrebbe, sebbene al momento, per fortuna, ciò sia ancora considerata una pratica illegale e, pertanto, auspichiamo che tale resti.

Dunque, chiediamo a tutte ed a tutti di replicare questi articoli per diffondere la notizia, dalle singole sensibilità alle realtà resistenziali diffuse localmente, impegnate nel difendere i territori e la qualità della vita di chi li abita dagli scempi di quelle opere, dalle più alle meno grandi, che devastano per il profitto di pochi le vite e i luoghi di appartenenza di moltissime/i.

Prendiamo inoltre atto che esistono due fronti SEL che vanno in direzioni opposte e contrarie sugli stessi argomenti, una è quella che nelle PL alla Camera e alla Regione Lazio sostiene la combustione della biomassa inquinata della canapa nelle centrali per ottenere energia elettrica, l’altra invece, quella veneta, si oppone (giustamente) alla costruzione di 12 nuovi inceneritori (vedi link: “Sblocca Italia” e inceneritori. Appello di SEL Veneto).

Abbiamo da poco anche aperto una Pagina Facebook, dove è pubblicato l’appello che invitiamo a condividere.

Grazie per l’attenzione.

Azienda Agricola Biocannabis
www.biocannabis.it

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Di Redazione

Associazione Nazionale FreeWeed Board, 100% Noprofit, Apartitica ed Indipendente.

Un pensiero su “Canapa inquinata per gli impianti a biomassa in due proposte legge e 12 nuovi inceneritori nel decreto “Slocca Italia””
  1. Magari bisognerebbe chiedere che si parli soltanto ed esclusivamente di gassificazione delle biomasse, tramite il sequestro dell’anidride carbonica:
    https://it.wikipedia.org/wiki/Cattura_e_sequestro_del_carbonio.

    In questo caso, e se fatto veramente bene “non avvenendo la combustione delle biomasse”, il procedimento sarebbe totalmente ecologico.

    In questo caso ci dovrebbero dare delle garanzie di utilizzo esclusivo di questo procedimento ed usando la migliore tecnologia attuale, “p.e.” si può usare anche l’energia termo-solare per estrarre il carbonio dalle biomasse”.

    Ma generalmente si usano il carbone “o altri combustibili fossili”, oppure dei rifiuti non trattati per questa produzione elettrica “mortificando e rendendo quasi inutile il procedimento”:
    In questo caso, l’uso esclusivo di biomasse “cannabis compreso”, sarebbe comunque un passo in avanti.

    Piuttosto c’è da fidarsi di certi individui, corrotti e collusi come certi politici, come certi imprenditori, o amministratori locali..

    Ma piuttosto di farsi trascinare in certe polemiche sterili, non sarebbe meglio che i soci dell’Assocanapa costruissero in proprio un impianto all’avanguardia per la gassificazione:
    Ma comunque, “io non vorrei mai nel mio impianto, questa canapa, inquinata da rifiuti industriali e metalli pesanti, inoltre la “kaneh bosm” è una sostanza così preziosa che persino gli scarti hanno un grande valore economico e non li manderei mai tra i comuni rifiuti.”

    Ma però questi rifiuti tossici vanno trattati comunque, ed anche se in questo caso si parla di cannabis, la gassificazione “se fatta nel miglior modo possibile” è senz’altro la migliore soluzione, ma i residui tossici “della non combustione” vanno comunque trattati e stoccati in piena sicurezza, per non tornando ad inquinare aria e terreni.

    L’unica mia preoccupazione riguarda le autorità predisposte e questa gente è talmente corrotta ed avida di denaro, da pregiudicare persino il futuro dei loro figli o nipoti.

    Forse ci sarebbe qualcos’altro da usare come biomassa e solo per salvare tutto il mondo…

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