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Pubblico questo articolo per parlarvi del provvedimento di sospensione della patente di guida che ho recentemente subito da parte della Prefettura di Udine. E’ solo per delicatezza che sostituisco i nomi con delle “x”, auspicando che alcuni tra i menzionabili possano divenire meritevoli di encomio in contrapposizione ai responsabili di indignazione.

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Il mio impegno e attivismo nella lotta per liberalizzare la cannabis nasce dalla conoscenza dei fatti storici e dalle esperienze personali. Ricordo spesso il referendum del 1993, quello con il quale la maggioranza degli italiani si espressero in favore della depenalizzazione del possesso di cannabis per uso personale. Un esito referendario mai rispettato e vilmente tradito da infami che portano il nome di FIni e Giovanardi, promotori di una delle più criminogene leggi promulgate nell’era recente. Come tanti altri, sono stato anch’io vittima di tale leggi, subendo una delle condanne più clamorose della storia: 6 anni e 2 mesi di reclusione per aver custodito in casa propria oltre 400 grammi di marijuana, commisurate in 143 dmg (dosi medie giornaliere).  Nell’occasione, premesso che l’anno precedente mi era stato diagnosticato un tumore benigno al cervello, dichiarai di farne utilizzo a scopi terapeutici ma, cosa che venne ritenuta gravissima, dichiarai che la proibizione della canapa è un crimine contro l’Umanità. Il Pubblico Ministero, (correva l’anno 2010), propose di condannarmi a 5 anni per il possesso di oltre 10 grammi di erba in occasione dell’arresto, avvenuto presso la lavanderia di un amico con il quale stavamo fumando un paio di canne, il possesso di 410 grammi in casa mia e lo spaccio nei confronti dell’amico in questione.(ben 3 capi di accusa quindi). La Sig.ra Giudice ritenne di dovermi assolvere per l’accusa di spaccio nei confronti del mio amico ma, come anticipato, punì con oltre 6 anni la detenzione di quanto nelle mie disponibilità. E’ palese che si trattò di una condanna ideologico/politica, perché diversamente non si spiegherebbe il motivo di rifilare una condanna così pesante al netto dell’assoluzione per il reato presumibilmente più grave, vale a dire lo spaccio.

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Questa vicenda, (non la prima che mi riguarda), è fondamentale premessa per arrivare ad oggi. Il procedimento di cui vi ho appena parlato riguarda un arresto avvenuto nell’agosto del 2010 e, dopo quasi 8 anni, mi ha portato ad iniziare solamente oggi a scontare la condanna di 1 anno,  6 mesi e 27 giorni di reclusione che è il frutto di quanto ridefinito in conseguenza dell’abrogazione della criminosa legge Fini-Giovanardi. E’ chiaro che io mi sia sempre rifiutato di dichiararmi colpevole di qualsiasi reato e, anche negli ultimi giorni, mi sia stato contestato il “mancato riconoscimento del disvalore della mia condotta rispetto alle normative vigenti”. In sintesi: questo Stato ritiene che io debba scontare la pena per dei crimini commessi, mentre io ritengo che questo Stato stia commettendo dei crimini nei miei confronti dall’agosto del 2010 a quando finirò di scontare la condanna. In sintesi: 10 anni di martirio per un quantitativo di erba che ho sempre dichiarato di voler utilizzare per scopi terapeutici. Personalmente, mi ritengo vittima di “sequestro di persona, rapina, (mi vennero sequestrati 300 euro prelevati da mia madre poche ore prima dell’arresto, denaro che mi stava prestando per pagare una fattura del meccanico), calunnia, diffamazione a mezzo stampa e molestie reiterate”. E’ chiaro che tutte queste mie “opinioni” siano discutibili e, soprattutto, affatto proponibili nelle sedi legali riconosciute dallo Stato Italiano.

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Durante gli ultimi 7 anni e mezzo, sono stato fermato numerose volte e ho subito diverse perquisizioni personali e dei mezzi che conducevo. Nel dicembre del 2016 ricevevo finalmente il “mandato di carcerazione” che si sospendeva automaticamente nel momento in cui presentavo richiesta di misure alternative al carcere. Avveniva così che, il 27 Gennaio 2017 presentavo presso il Tribunale di Trieste tale richiesta. Poche ore più tardi, a 200 metri dalla mia abitazione di Udine, venivo fermato da una pattuglia della Questura di Udine che, ovviamente, attendeva il mio rientro a casa. Subivo l’ennesima perquisizione e, sfiga vuole, che un agente rinvenisse un frammento di hascisch della cui presenza non avessi consapevolezza. Mi portano quindi in Questura e mi segnalano per violazione amministrativa. Pochi mesi più tardi mi trovo costretto a presentarmi in Prefettura per un colloquio e, da questa mail che ho appena inviato, vedrete com’è andata:

Udine, 22 Marzo 2018

Oggetto:

Esito dell’incontro tra il mio Legale e la funzionaria della Prefettura di Udine

Buon pomeriggio D,ssa xxxxxxx,

l’ Avv. xxxxxxxx, da me delegato ad incontrare la D.ssa xxxxx per conferire in merito alla sospensione della mia patente di guida, mi ha riferito che l’Ufficio da costei rappresentato non è intenzionato a revocare il provvedimento da me subito, in quanto tale atto costituirebbe una sostanziale ammissione di errore e, ad oggi, non sarebbero pervenute notizie che giustificherebbero la sospensione/revoca del decreto emanato.
 Era intento del mio legale comprendere meglio  le motivazioni del provvedimento e capire quali potrebbero essere le strade da percorrere per rimettermi nelle condizioni di lavorare, svolgere il mio ruolo di padre di una figlia minorenne e quello di figlio di madre oncologica e padre cardiopatico.
Le motivazioni per le quali è stato emesso il provvedimento di sospensione della mia patente di guida, come esplicitato nel decreto emesso dalla Prefettura, sono le seguenti:
– la segnalazione per la violazione amministrativa accertata dalla Questura nel gennaio 2017 e, in particolare,  per essere stato trovato nella disponibilità di un frammento di hascisch;;
–  il mancato e ingiustificato completamento del colloquio con la persona preposta presso l’Ufficio Noc;
– la mancata richiesta da parte del sottoscritto di effettuare un successivo colloquio;
– i molteplici precedenti in materia di violazioni dell’ ex art. 72 DPR 109/90.
Per quanto possa essere inutile, il sottoscritto ritiene doveroso far presente a Lei e alla D.ssa xxxxxx (Direttrice dell’Ufficio Esecuzioni Penali Esterne) che, durante il colloquio in questione, il sottoscritto ha subito ripetute mancanze di rispetto e aggressioni alla dignità personale,tra cui :
– essere stato ricevuto con oltre 1 ora di ritardo; (convocato e fattomi annunciare alle ore 11, sono stato accolto alle ore 12.12)
– essere stato definito “gente che avrebbe voluto fare quel che voleva in casa altrui”, per essersi rifiutato di sottostare all’ordine impartito con il quale si pretendeva che il mio personale telefono venisse appoggiato sulla scrivania della predetta assistente della D.ssa xxxxx;
– essere stato definito “un paziente che non avrebbe avuto diritto di lamentarsi per la lunga attesa”;
– essere stato definito “un tossicodipendente che abusa di sostanze stupefacenti”;
– essere “meritevole di arresto per aver espresso la necessità di interrompere il colloquio per motivi non giustificabili”, in quanto l’impegno di farmi trovare all’uscita di scuola di mia figlia per le ore 13 non veniva da costei ritenuto valido;
– essere stato trattenuto presso l’ufficio Noc contro la mia volontà per alcuni minuti.
– essere stato costretto a riprendermi la Carta d’identità sfilandola dalla mano di costei che non voleva rendermela, nonostante avesse preso nota dei dati identificativi da oltre 15 minuti.
Tutto ciò premesso, affermo che il sottoscritto si era verbalmente dichiarato disponibile ad un secondo successivo incontro e, ribadendo di essermi già presentato presso il Sert al fine di essere sottoposto a tutte le valutazioni e accertamenti di rito, incluse le analisi da cui si possa accertare l’utilizzo o meno di qualsiasi sostanza stupefacente, alcoolica e psicotropa, non siamo attualmente in grado di prevedere se e quando potrò essere riabilitato a condurre i veicoli previsti per i possessori di Patente B.
Questa situazione, oltre alle pesanti conseguenze in ambito famigliare, comporta una fondamentale limitazione nella mia attività professionale che, come è facilmente intuibile, prevede numerose manovre di autoveicoli, ricordando che il sottoscritto è dipendente del xxxxxxxxxxxxxxxxxx, azienda che si occupa delle verifiche del rispetto del codice stradale da parte di automezzi e motocicli.
Il mio legale, che ci legge in copia, si sta adoperando per ottenere copia degli atti, con particolare riferimento alla relazione redatta dalla persona preposta al colloquio presso l’ufficio Noc, al fine di valutare l’opportunità di sottoporre il provvedimento di sospensione alla competenza del Giudice di Pace. Nel contempo, il sottoscritto ha sollecitato il Sert perché vengano effettuati gli accertamenti sulla mia persona ma, come Le avevo già anticipato, non sono riuscito ad ottenere nulla di più di un appuntamento con tale dottor xxxxxxxxx previsto per le ore 12 del 30 marzo p.v.
Alla luce di quanto sopra, il titolare dell’azienza xxx Scarl, il sig. xxxxxxxx xxxxxxxxxx,  si troverà costretto ad interrompere e/o concludere il rapporto di lavoro con il sottoscritto, situazione che andrà certamente ad incidere sul provvedimento di “affidamento in prova” di cui, come Le è noto, io sono stato recentemente beneficiato.
Distinti saluti.
Alessandro Gallo
Ognuno di voi tragga le proprie conclusioni. Posso dirvi che al momento godo di discreta salute e che potrei essere la dimostrazione vivente di quante vergognose menzogne siano state propinate come verità assolute a proposito della cannabis. Posso dirvi serenamente di aver fumato anche 30 canne al giorno per oltre 20 anni e di aver smesso di farne uso più volte per periodi da me ritenuti sufficienti a dimostrare a me stesso di essere un uomo libero!
Sosteniamo FreeWeed: http://freeweed.it/
La vera storia sulla proibizione: https://www.youtube.com/watch?v=FFazpL7QisI

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